sabato 26 marzo 2011

psicosomatica del ciclo mestruale


Il ciclo mestruale accompagna la donna per tutta l’età fertile. E’ la manifestazione evidente dell’azione della natura in rapporto con l’essere umano, in quell’azione evolutiva che è la “continuazione della specie”.
E’ quindi qualcosa di mistico che ci ricorda quanto, nonostante l’uomo si sia progressivamente allontanato da una dimensione “primitiva” e naturale, è, in realtà, profondamente ancora assoggettato alle sue leggi, ai suoi cicli,  e alle sue fasi. Esattamente come gli animali, le piante, ed i moti planetari

Il "flusso mensile" è peculiarità profondamente femminile ed è perciò intuitiva ed immediata la sua grande valenza simbolica del rapporto che esiste tra la donna e la sua femminilità. Il sangue delle mestruazioni richiama la purificazione, il sacrificio, la catarsi. La donna “sacrifica” il proprio ovulo non più fertile grazie alla fuoriuscita del sangue, che lo espelle. Contemporaneamente si purifica per propiziare ed accogliere la nuova potenziale vita. La mestruazione rappresenta, quindi, quel passaggio obbligato che permette ad un ciclo di concludersi, predisponendosi al successivo.
Proviamo ad eseguire, quindi l’esercizio che collega, in chiave psicosomatica, i disturbi che vanno ad incidere, sia in modo diretto che indiretto, sul naturale svolgersi del ciclo mestruale. Quanti possiamo elencarne?

Il disagio che la clinica medica definisce dismenorrea (mestruazioni dolorose) , ad esempio, esprime con chiarezza il conflitto (dolore) fra la necessità di esprimere la propria femminilità ed il comportamento tipicamente maschile che molto spesso le donne sono “chiamate” ad interpretare. E’ ormai consueto, infatti, che la donna si esprima nella società con comportamenti che non gli appartengono di natura, quali  fermezza, competitività, autorità, responsabilità decisionale in ambiti tipicamente dominio della natura maschile.

A testimonianza del fatto che la donna sia tutt’altro che quell’essere che interpreta il ruolo imposto da una società sempre più basata sulla competizione, cioè espressione di creatività, emozione e spontaneità, la medicina tradizionale cinese l’associa allo “Yin”, ovvero la parte che rappresenta propirio quelle qualità.  Toglierle la spontaneità che le è propria, finisce per incidere profondamente sui suoi ritmi naturali e, conseguentemente anche sul ciclo mestruale, che viene vissuto, così, come un “intralcio”. Da qui il dolore, derivante dall’ “attrito” tra queste personalità; tra la femmina fragile e sensibile che si è, ed il "maschio" deciso, forte e sicuro che si deve essere.

Nel disturbo legato all’amenorrea (assenza di mestruazioni), la donna non ha più il ciclo mestruale. Qualcosa dentro di lei si blocca. Non è più in grado di eseguire quel passaggio catartico di purificazione costituito dalla perdita del sangue. Conseguentemente, viene meno la capacità di “covare” lovulo fecondato, perdendo la sua fertilità. Avviene così un ritorno al periodo infantile, antecedente lo sviluppo sessuale, quando era il centro delle attenzioni materne. Chi manifesta questa problematica è perciò spesso una donna che non ha ancora soddisfatto completamente la propria “fame d’amore”, e che quindi sente di aver ancora bisogno di ricevere.

Inconsapevolmente, pregiudica la propria capacità di dare (massima espressione della maternità) così che il corpo, “palcoscenico dell’inconscio”, manifesta questo passaggio; la donna non si sente in condizione di generare e si priva perciò fisicamente di questa capacità. Questo è il motivo per cui, in chiave psicosomatica (oltre che biologica) questo è un disturbo che spesso accompagna altre patologie, notoriamente caratterizzate da una “fame d’affetto” come l’anoressia.

Parlando invece delle mestruazioni irregolari, ci si trova di fronte al fatto che, la donna, sta attraversando un periodo travagliato di  “ridefinizione”  e rideterminazione del proprio ruolo. Ogni cambiamento richiede infatti un riassestamento che coinvolge il corpo e la mente. Fatalmente accade che, allontanandoci dal sentiero della natura, sopportare orari e velocità che non rispondono ai nostri, trascurando i segnali di avvertimento che lo stress ci procura, abbiamo progressivamente perso la sensibilità e la capacità di ascoltarci. In una società che giudica senza conoscere, dove hanno peso solo i risultati quantitativi, dove le persone devono concentrarsi sul produrre, spegnendo le manifestazioni di disagio, che  spinge le persone a forzare i tempi di adattamento alle mutevoli situazioni; dove tutto deve avvenire velocemente, succede che, vacillando l’equilibrio con il mondo esterno, lo squilibrio si riversa, inconsciamente,  sulle dinamiche interne. 

La spia che rivela il disagio della donna, ssono proprio le mestruazioni “instabili”, espressione del nostro conflitto tra desiderio di normalità (che si riflette sul piano fisico con la regolarità e la ciclicità propria del flusso) e la necessità di dover “rompere” il vecchio equilibrio, non più adeguato alla nuova situazione.
Dopo eventi importanti che includono una spesa energetica ed emozionale importante, come l’aver cambiato lavoro, affrontato un trasferimento, concluso una relazione, la donna deve naturalmente ritrovare la sua stabilità, il suo equilibrio, facendolo con i tempi giusti, con l’autoascolto, la comprensione e la consapevolezza del suo vissuto; altrimenti ciò non potrà che riflettersi sul ciclo, rendendolo “ballerino” ed “instabile” proprio come la propria posizione.

domenica 20 marzo 2011

Naturopatia: una medicina complementare

Carissimi amici, appassionati e, occasionali avventori.
L'obiettivo che mi pongo, attraverso questo mio blog, è quello di diffondere la cultura e l'informazione, circa una disciplina arrivata in europa dagli Stati Uniti, ma vecchia, nelle sue radici, di migliaia di anni: la Naturopatia.

Per molti, questo termine potrà risultare sconosciuto o suonare come un sentito dire, senza sapere cosa possa veramente significare. Pertanto, con questo mio primo post, vado a fare una piccola opera di informazione. Sono sicuro che, sollecitato dalle vostre curiosità e dalle vostre domande, riempirò questo spazio di contenuti utili ed  interessanti per tutti noi. Vado quindi a presentare la
“Naturopatia: una medicina complementare”.

L'enciclopedia on line Wikipedia cita:
La medicina naturopatica (o naturopatia) è un insieme di pratiche di medicina complementare, i cui fondamenti teorici furono raccolti da principi salutistici di diversa provenienza. Formulati alla fine del XIX secolo negli Stati Uniti per poi diffondersi, in diverse forme, nel resto del mondo. Essa ha come obbiettivo la stimolazione della capacità innata di autoguarigione o di ritorno all'equilibrio del corpo umano, denominata omeostasi, attraverso l'uso di tecniche e di rimedi di diversa natura, e attraverso l'adozione di stili di vita sani e in armonia con i "ritmi naturali".
 

La Naturopatia è una disciplina salutistica riconosciuta dall’ OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità).
Essa raccoglie l'eredità ed i contributi dalla medicina allopatica, per quanto attiene i principi di anatomia e fisiologia del corpo umano e della quale non è sostitutiva ma complementare. Dalla medicina ayurveda, dalla Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e da tutte quelle discipline olistiche che operano il riequilibrio energetico dell'individuo. Parlo quindi della floriterapia dei Fiori di Bach, della cromoterapia e di tutte quelle tecniche di massaggio e manipolazione quali la riflessologia plantare, il massaggio craniosacrale, la digitopressione e tutte quelle tecniche che, con il tocco, recano il “messaggio” di riequilibrio dei flussi di energia nel corpo umano.

Uno dei cavalli di battaglia della Naturopatia è la fitoterapia. La medicina occidentale, nel suo lungo percorso di evoluzione ne porta un significativo contributo, ormai ceduto alle cronache del passato. Così come essa è uno dei perni delle due maggiori espressioni della medicina orientale, cioè: la medicina ayurveda e la medicina tradizionale cinese, prima citate.

La Naturopatia vede nel Naturopata il suo rifeimento specialistico.
Egli, agisce favorendo l’innata capacità di risanamento, propria dell’organismo (Vis Medicatrix Naturae), armonizzando,  con metodi naturali, le funzioni corporee e ripristinando gli equilibri alterati da abitudini di vita scorrette, come l’errata alimentazione, l’inquinamento e tutti quegli eventi stressanti, ormai tipici, dovuti ai ritmi sempre più frenetici della società moderna.

Il Naturopata non si sostituisce al medico allopatico ma ne integra l’azione, spesso, accelerando i processi di guarigione e riducendo le conseguenze degli effetti collaterali dovuti all'azione dei farmaci assunti.
Persegue questo obiettivo, attraverso azioni di riequilibrio energetico, e proponendo modelli di vita più rispettosi della natura,  per il mantenimento dello stato di salute di ogni persona.