martedì 11 settembre 2012



Curare la Candida Albicans

Spesso, per l'individuazione della candida, si cerca nelle feci con metodiche diverse, spesso e' individuata, ma e' utile ricordare che la candida e' normalmente presente nel nostro organismo, pur non rappresentando il nemico "principale".

Per ottenere la sua riduzione e riportarla alla sua normale funzione, e' utile modificare l'ambiente, il Terreno in cui vive utilizzando probiotici specifici e cloruro di magnesio. Ciò crea le condizioni migliori perché i vari trattamenti possano risultare maggiormente efficaci, senza dover far ricorso ad antimicotici.

La candida, come tutti i funghi, è un microorganismo acidofilo. Ciò significa che ha bisogno di un ambiente acido per vivere e prosperare. Una delle cose più importanti che si possa fare, quindi, per eliminare la proliferazione della candida e dei funghi in genere, è alcalinizzare le acque del proprio corpo e alzandone il pH fino a circa 8-9.  
La cura per eccellenza e' costituita dall'alimentazione Crudista. Essa introduce, nel nostro corpo, oltre ai nutrienti, liquidi a pH alcalino che contrastano le acidosi.In aggiunta al crudismo, per velocizzare il ritorno della candida allo stato di non tossicità per l'organismo, si dovrebbe assumere dell'acqua alcalina a pH 8 - 9, oppure assumere un cucchiaio di bicarbonato di sodio in un bicchiere d’acqua 2 volte al giorno.

Bisogna tener conto, infatti, che ogni  persona con un problema di funghi (che siano localizzati nelle viscere o, maggiormente evidenti, sulla pelle) ha un problema di acidosi: il suo corpo è acido, cioè con pH inferiore a 7,35.

E' necessario, a questo punto, controllare anche l'acidità dell'acqua del rubinetto, acquistando delle strisce di carta al tornasole (che indicano il grado di acidità). Nel caso in cui l’acqua del rubinetto risulti acida, cosa molto comune, si aggiunga tanto bicarbonato di sodio quanto basta per ottenere un pH di circa 8-9.
 

La vaginite da candida, per esempio, scaturisce da uno squilibrio dell’ambiente addominale e quindi dell’intestino.
Perciò il primo intervento deve riguardare l’alimentazione ed il riequilibrio del pH dei liquidi del corpo.
La voglia di zuccheri, alla fine di un pasto, e' il segnale di richiesta, da parte della candida, del il suo nutrimento. Infatti se non  trova cibo sufficiente, essa comincia a morire producendo tossine che vengono immediatamente rilevate dal corpo. Esso, per arginare l'aumento delle tossine, stimola la richiesta di cibo per l'ospite parassita.
Pertanto, piuttosto che subire un aumento repentino di tossine, il corpo preferisce introdurre dolci.

E’ bene chiarire che il fungo, anche se tenuto sotto controllo,  produce comunque  tossine, anche se  in minor quantita'. E, quindi’ fondamentale:
  • Eliminare tutti gli zuccheri raffinati nonché tutti i cibi che o  fermentano o contengono lieviti (aceto, mollica di pane, alcolici). 
  • Evitare di mangiare frutta a fine pasto (meglio un’ora prima o tre ore dopo, per impedire che zuccheri e carboidrati, fermentando insieme, contribuiscano alla crescita del fungo). 
  • Accertare l'eventuale presenza di intolleranze alimentari che favoriscono, in genere, l’infiammazione intestinale e, di riflesso, la candida.
Un secondo livello di azione, interessera' il controllo della digestione.
Una buona masticazione, in primis, eviterà che particelle troppo grosse di cibo entrano nella parte terminale dell’intestino, contribuendo al nutrimento della flora patogena. Risulterà di grande aiuto assumere un po’ di bicarbonato di sodio, una mezz’oretta dopo i pasti oppure l’assunzione di enzimi digestivi.

Un valido alleato, che la natura ci mette a disposizione è l’argilla. Essa ha la capacità di assorbe le tossine prodotte dal fungo e ad espellerle, oltre a disinfiammare l’intestino. Grazie alla sua azione purificatrice e lenitiva, quindi, gli anticorpi presenti sulle pareti intestinali, si attiveranno per neutralizzare il fungo.

Saranno sicuramente utili le terapie fitoterapiche o omeopatiche.  Si può  intervenire, infatti, con erbe che aiutano la funzionalita' intestinale, come l’anice, il cumino e il finocchio o altre erbe con funzione digestiva o lenitiva dell’infiammazione intestinale. Rivolgersi, in ogni caso, ad un esperto è consigliabile. Il "fai da te" potrebbe risultare controproducente.

L'omeopatia può contribuire alla disintossicazione del fegato,  del pancreas o dello stomaco favorendo una migliore digestione e quindi togliendo nutrimento al fungo. Esistono inoltre preparati omeopatici specifici per il trattamento di questi sqiuilibri.
Sottolineo il concetto di squilibrio, in quanto  la candida è un componente abituale della flora batterica intestinale che diventa patogena allorché muta la propria morfologia, passando da spora a micelio, a causa di stress, disequilibrio immunitario, disbiosi (es. dopo antibiotici e/o cortisonici), intolleranze ad alimenti e/o additivi chimici.
L'obiettivo quindi non è sconfiggere questo micete, bensì ricondurlo ad uno stato di innocuità ripristinando la flora batterica sia a livello del tenue che del colon. 

Un ulteriore livello d'azione può essere costituito da applicazioni locali, alla vagina, di preparati omeopatici alla calendula o alla propoli o all’hidrastis: che sono in grado di inibire la proliferazione del fungo.
Si possono anche mettere poche gocce di oli essenziali quali il tea tree nell’acqua per fare lavande vaginali.
Per l’igiene intima si consigliano lavande vaginali con bicarbonato, il quale, come già illustrato, induce la mutazione dell'ambiente acido in alcalino, rendendo inospitale l’ambiente per il fungo.

venerdì 7 settembre 2012

Denti devitalizzati e malattia

Riporto, quì di seguito, l'estratto da un interessantissimo articolo di Lorenzo Acerra, laureato in chimica industriale, attivista per quasi dieci anni nell'ambito delle intossicazioni da mercurio, relatore ai seminari della Società italiana di medicina funzionale (SIMF), è stato uno dei soci fondatori dell'Associazione per la difesa dalle otturazioni di mercurio (ADOM). Ha pubblicato vari libri di medicina naturale tra cui i best-seller Denti tossici e Magnesio (Macro Edizioni).

Dubbi sui denti devitalizzati



dent devitalizzati 

Che cos’è un dente devitalizzato? E’ una cancrena controllata!

Fino a 20 anni fa alla professione odontoiatrica piaceva pensare che fosse una mummificazione del dente morto completamente riuscita, che non provocasse il seppur minimo rilascio tossico nell’organismo.
Ma ora tre tipi di analisi cliniche hanno smentito ciò:
  • Per prima cosa, tutti i denti devitalizzati risultano infetti da potenti batteri anaerobici, al cui confronto le tossine del tetano o del botulismo sembrano pargoletti innocui.
  • Per seconda cosa, il prof. Boyd Haley ha misurato il rilascio cronico nell’organismo di basse dosi di tossine del metabolismo dei batteri presenti nei denti devitalizzati.
  • Per terza cosa, il Prof. Jerry Bouquot ha dimostrato con l’analisi sonografica applicata alla mandibola (“Cavitat”) che il 100% dei denti devitalizzati accumula negli anni sull’osso adiacente livelli crescenti di metaboliti dell’infiammazione che portano ad osteonecrosi ed infezioni ossee gradualmente progressive (cavitazioni ossee).
 L’unico successo di cui la devitalizzazione si può veramente vantare è che, avendo ucciso il dente e avendo intossicato chimicamente il dente e i tessuti circostanti, il tessuto non ha più la possibilità di dare reazioni locali al micro-marciume e all’infiammazione cronica che è lì e che da lì può iniziare ad invadere l’organismo.

Perché c’è stato questo fallimento nella mummificazione del dente morto?

Un pezzo di carne morta marcisce dopo un po’, diventa strano, lo stesso succede ai canali secondari di polpa che il dentista non ha proprio visto quando andava a fare la devitalizzazione.
Non li ha visti e quindi non li ha rimossi perché è proprio una impossibilità stabilire un contatto visivo o manuale con il delta di canalicoli secondari alla radice del dente oppure con i canalicoli secondari che terminano nelle pareti del dente.
Questi canali secondari di polpa sono super soggetti alla putrefazione e si trasformano in materiale batterico anaerobico.
Un altro motivo per il quale c’è stato questo fallimento nella mummificazione del dente morto è che quando la devitalizzazione era stata fatta, si vedeva nella radiografia un fenomeno di infezione che appariva sull’osso dove il dente si appoggiava.
Il dentista che ha fatto la devitalizzazione ha solo toccato con i suoi strumenti di sterilizzazione le due o tre radici principali del dente. Ha ucciso il dente e l’infezione è scomparsa? No. E’ l’infezione ACUTA che è scomparsa, ma quella cronica, e il marciume e l’infiammazione che cresce come pelle sul micro-marciume sono ancora nell’osso.

Micro-marciume sull’osso adiacente che non si vede nell’ortopanoramica. Molte cose non si vedono nell’ortopanoramica. Nemmeno una degenerazione del nervo di un dente, devitalizzato o no, si vedono nell’ortopanoramica.

Ma il fenomeno di osteonecrosi cronica dell’osso adiacente al dente devitalizzato viene rilevato con TAC o sonografia ossea. Quest’ultima, chiamata “Cavitat”, ha dimostrato che il 100% dei siti con denti devitalizzati hanno questa osteonecrosi. Ergo, la presenza del dente devitalizzato sta creando degenerazione dell’osso, vascolite e metaboliti delle vascoliti e metaboliti della necrosi (come dimostrato tra gli altri autori dal prof. Jerry Bouquot e dal prof. Boyd Haley).

Ora il dentista, quella schifezza nell’osso, che ha colonizzato l’osso, non l’ha mai raggiunta, ha fatto solo tre buchi perpendicolari nel dente e impedito chimicamente con tossine che al dente mai venisse in mente di reagire a qualsiasi disastro e marciume futuro.

L’osso adiacente ai denti devitalizzati viene colonizzato da micromarciume nel 100% dei casi!
L’organismo crea un bozzolo di contenimento contro questi denti devitalizzati.
In ogni caso, mantenere questo schermo protettivo significa però che ogni giorno una percentuale consistente delle capacità operative dell’organismo, per es. il 20%, devono essere assegnate quasi automaticamente a tenere su questo bozzolo di contenimento.

Ecco dunque il primo contributo alle malattie e i piccoli disturbi: il sacrificio di una importante aliquota della capacità operativa del sistema biologico. Quando uno poi si indebolisce un po’, questo bozzolo può disintegrarsi e allora si può arrivare a problematiche davvero eclatanti, tumori al seno o altre malattie infiammatorie serie. Ovviamente laddove l’operatività del sistema di regolazione non sarà ancora scesa sotto un valore soglia minimo, non ci sarà alcuna apparente conseguenza, nessuna malattia conclamata in nessun organo.

L’innesco della patologia causata dai denti devitalizzati ha molto a che fare con il progressivo appannamento nel tempo delle capacità di auto-regolazione dell’organismo. Ne parlò Weston Price negli anni trenta e ne ha parlato ancora con dimostrazioni molto precise George Meinig nel suo “Root canal Coverup” (1985).

Il dente devitalizzato richiede un bozzolo di contenimento che tiene impegnate ogni giorno grosse aliquote di capacità operativa, la RAM del sistema biologico, il sistema di regolazione di base.
Se uno non sta bene ed è vittima di malattie pesanti, significa automaticamente che il bozzolo di contenimento non sarà buono abbastanza per contenere le tossine prodotte nel dente dagli organismi anaerobici della putrefazione della polpa.

Da questo ragionamento segue la conclusione, che ha dato molte soddisfazioni agli autori sopra menzionati che si sono occupati della tossicità dei denti devitalizzati, che nel caso di persone con un disturbi pesanti e incurabili non ci sono praticamente dubbi che bisogna rimuovere il dente devitalizzato, qualsiasi sia, perché dopo il suo allontanamento il sistema di regolazione riprende miracolosamente a funzionare.
Numerosi autori cioè hanno dimostrato che i denti devitalizzati agiscono come la zavorra più grossa sul sistema di regolazione.

Grazie a Youtube sono disponibili anche in italiano filmati che spiegano l’enorme effetto terapeutico della rimozione dei denti devitalizzati in persone precedentemente affette da patologie croniche degenerative di tutti i tipi.


Per es. qui:

Nessuna controversia per chi e’ informato

Si materializzano insomma con questi filmati le osservazioni e le convinzioni di numerosi direttori di cliniche dove si curano malattie croniche degenerative e anche tumori.

Per esempio del Dr. Hal Huggins, direttore tecnico di varie cliniche di medicina integrata contro le malattie cronico-degenerative: “Parliamo di malattie irreversibili e croniche, tipo sindrome di fatica cronica, poliartriti croniche, rettocoliti, cancri.

La nostra osservazione è che non si può risolvere nessuna di queste malattie croniche senza eliminare i denti devitalizzati e individuare le eventuali osteonecrosi di aree ossee sotto i denti.”
Il Dr. Rau, della clinica Paracelsus di Lustmühle: “Arrivano alla clinica Paracelsus pazienti che erano già stati da ogni possibile specialista senza trovare sollievo e noi stessi non otterremmo risultati di rilievo senza andare a togliere i denti devitalizzati!

Nel tempo le capacità di autoregolazione dell’organismo diminuiscono e la somma di zavorre aumenta, fino ad un valore soglia ad orologeria, invisibile, superato il quale, si entra nel mistero di tutte le malattie croniche degenerative e cancri. E’ allora che posizioniamo le testimonianze di guarigione, raccolte da Gammal nel DVD “Rooted”, e di molti altri autori, guarigioni o miglioramenti sostanziali di salute ottenuti con l’estrazione dei denti devitalizzati.

Il dottor Josef Issels, che nel corso di 40 anni ha trattato 16.000 malati terminali di cancro in Germania con la terapia Gerson, rifiutava di accettare il paziente se questi non andava prima dal dentista di riferimento ad estrarre secondo protocollo tutti i denti devitalizzati, in quanto riteneva che senza togliere i denti devitalizzati egli era impossibilitato ad ottenere buoni risultati su questi pazienti.

Il dottor Swilling, della Genesis Clinic in Tijuana (Messico) segue la stessa pista: “Nella nostra ricerca dell’origine della patologia cancerosa, i casi clinici da noi seguiti hanno evidenziato che le tossine di certi molari devitalizzati trovano la strada fino alla ghiandola mammaria. Dall’infezione locata nel dente devitalizzato si origina un percorso infiammatorio che nutrirà lo sviluppo di tumori al seno. Quando i denti devitalizzati coinvolti vengono rimossi, ciò ripristina le condizioni di salute del meridiano di agopuntura associato ad essi, e il tumore inizia a dissolversi o diventa benigno”.

Il dottor John Diamond (del Triad Medical Center, che collabora con il dentista Christopher Hussar, entrambi a Reno Nevada): “Se monitoraste le pazienti con tumore al seno che vi arrivano potreste scoprire anche voi come è capitato a noi che tutte hanno il coinvolgimento di devitalizzazioni in denti legati secondo la mappa dei meridiani all’area del seno coinvolta”.

Queste citazioni ci aiutano a tirare una linea: da una parte ci sono i pazienti con malattie gravi e apparentemente incurabili e in questi vale sempre la pena togliere qualsiasi dente devitalizzato, e dall’altra ci sono persone in buona salute, senza particolari disturbi, in cui gli effetti dei denti devitalizzati sembrano essere completamente assenti.

Toglierli o non toglierli? Il dilemma.

Dunque gli individui in piena salute e senza sintomi non c’entrano niente con la questione dei denti devitalizzati?
Qui la risposta credo proprio che sia no, non c’entrano niente, perché manca generalmente per loro una motivazione a farsi estrarre un dente devitalizzato.
“Io sto bene”, dicono loro, “Quindi la situazione di cancrena controllata che causa malattie riguarda solo alcuni altri”.
Ma interessati lo sono, e per chiudere il cerchio chiederanno: ditemi, per favore, quali denti devitalizzati diventano così dannosi per la salute e dopo quanto tempo! Perché evidentemente la percentuale di denti devitalizzati che creano questi effetti sulla salute così disastrosi è alquanto bassa.
Si, perché il sistema di regolazione della maggioranza della popolazione ci metterà finanche molti decenni per crollare.
La prossima domanda che viene, sia da quelli con disturbi pesanti che quelli prevalentemente in buona salute, è se sia possibile avere un riscontro misurabile, un test scientifico, che dia sostegno alla volontà del medico o del paziente quando vogliono andare avanti su questa strada? Lo strumento di sonografia cosiddetto ‘Cavitat’ permette di riscontrare con grande precisione i fenomeni di degenerazione dell’osso.
Il test costa circa € 220  e bisogna prenotare con due mesi in anticipo:
Domanda:

Può un dente essere la causa di un disturbo specifico? Cioè lo stesso dente quando è devitalizzato, nelle condizioni in cui il sistema di regolazione crolla (cioè il bozzolo inizia a rilasciare tossine nell’organismo), darà lo stesso tipo di disturbo ad un gran numero di persone?

La risposta è si, se avete un problema specifico ad un organo, al cuore, o una ciste ad un seno, o l’intestino o al cervello, fortemente sospetti diventano subito i denti devitalizzati situati sui rispettivi meridiani di agopuntura. Evidentemente le decisioni sui denti devitalizzati situati su altri meridiani non coinvolti vengono rimandate anche di un decennio, ma i denti devitalizzati in relazione ad un organo in difficoltà vanno tolti subito.

Ricapitolando, per capire perché i denti devitalizzati hanno compromesso in modo così clamoroso la salute di alcuni e non quella di altri, dobbiamo:
  1. Fare delle analisi (tipo il Cavitat, il test EAV, le analisi dei metaboliti fatte dal prof. Boyd Haley, disponibili al laboratorio Schiwara a Brema. )
  2. Pensare che ci sono equilibri tra sistema di regolazione e denti devitalizzati non compromessi e altri invece sì.
Una malattia cronica degenerativa o un problema di salute serio non insorgono esattamente nel momento in cui inizia una fase di esposizione cronica ad una certa tossicità sui sistemi enzimatici del corpo, e anche i danni da sovraccarichi metabolici relativi alla digestione difficoltose o gli insulti tossici sulle funzioni del sistema immunitario hanno un tempo di latenza a volte di 20-30 anni.

In altre parole una malattia cronica degenerativa seria insorge quando sono state erose le capacità del sistema di regolazione di arginare i sopra elencati stress biologici.
Vari autori hanno documentato che i denti devitalizzati sono la zavorra più grossa sul sistema di regolazione che impedisce alle malattie di insorgere.

Dunque c’è una perimetrazione difensiva intorno ai denti devitalizzati, però stiamo parlando di un sacco di energia tenuta in piazza per mantenere questo dente ogni giorno sigillato dal resto dell’organismo. Quindi l’organismo non può usare questa energia positiva per altre cose, per rigenerare bene le cellule, etc. Inoltre, in alcuni casi questa perimetrazione crolla, temporaneamente o parzialmente. Inoltre chi ha patologie pre-esistenti, e’ particolarmente a rischio, e ovviamente non guarisce mai.

Le cliniche che curano i tumori, cioè Issels, il Dr Rau in Svizzera, Gerson, etc. si rifiutano di trattare pazienti che non tolgono i denti devitalizzati. Ovviamente non riuscirebbero a guarire senza l’alimentazione salutare, ma l’illusione che questa possa sconfiggere anche la tossicità dell’amalgama o dei denti devitalizzati la lasciano volentieri a qualcun altro.